Giornalista accusato di aver aiutato Anonymous


Si tratta di Matthew Keys ed al momento è sotto indagine per l’accusa di aver fornito i codici di accesso del Server della Tribune ad un gruppo di hacker del celebre gruppo cyber-terroristico.

Matthew Keys ha riferito su Twitter che “Va tutto bene” ma il Vice Direttore nonchè Social Media Editor di Reuters non stà passando un bel momento visto che il Dipartimento di giustizia Statunitense l’ha espressamente accusato di aver cospirato con Anonymous per attaccare i siti web dell’editore Californiano.

Il tutto sarebbe avvenuto 2 anni fa, quando Keys lavorava per KTXL FOX 40, che è appunto una TV che appartiene al gruppo Tribune. C’è da dire che solitamente gli hacker non violano gruppi editoriali proprio perchè il loro intento è quello di far notizia e quindi non ha senso procurare problemi a siti di quotidiani e webmagazine nonchè a web TV.

Anonymous è un gruppo cosiddetto “hactivist” nato nel 2003 che si oppone fermamente alla censura del web ed alle forme di sorveglianza informatica sui cittadini. Solitamente attacca con lo scopo di mettere in evidenza la corruzione del governo o per denunciare casi di omofobia. Anonymous è fortemente contro Scientology e si ramifica in community sia online che offline, raccogliendo sostenitori che solitamente si identificano con la maschera di Guy Fawkes.

Si tratta di un gruppo internazionale, molto influente, di origine anarchica che odia le politiche “anti-piracy” ed è collegato a vari siti importanti in modo più o meno nascosto. In un momento particolare in cui negli Stati Uniti e non solo, si stà cercando di combattere il terrorismo informatico, specie quello collegato ad attività di spionaggio industriale e bancario commissionato da governi ostili, l’accusa a Keys è viaggiata veloce sul web partendo dal “Inquirer”.

Ovviamente c’è molto cautela nel condurre questo tipo di indagini, anche in relazione al noto suicidio di Aaron Swartz, il giovane hacker che fu accusato di aver propagato su Internet del materiale sensibile del MIT.

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